Loco Chavez è una striscia a fumetti argentina pubblicata sul quotidiano El Clarin dal '75 all'87 ed è da considerarsi uno dei maggiori successi dell'historieta. Il protagonista della storia, Hugo Chávez, detto Loco (matto) è un giornalista che vive a Buenos Aires e indaga, in chiave comica, sui drammi quotidiani delle persone. In più di un'occasione si caccia in situazioni imbarazzanti o paradossali, e spesso ha a che fare con belle donne con le quali a volte intrattiene relazioni sentimentali. Fu pubblicato in Italia dall'Eura in una versione rimontata in verticale dallo stesso Altuna e anche i testi hanno riferimenti culturali diversi, quindi aggiornata o slittata di un decennio. Questo stratagemma mi spinge a riflettere su alcuni aspetti formali del linguaggio visto attraverso 2 modalità di pubblicazione, striscia vs fumetto, ed è l'argomento principale di questo post.
A volte ci sono degli stacchi bruschi e sono proprio quelli che fanno pensare maggiormente ad una striscia ma è anche possibile che nel rimontaggio abbiano eliminato alcune vignette. Forse non sempre perché Loco è una commedia che vive anche di battute tranchant, che hanno la loro forza proprio nel lasciarti di sasso in quel momento e nella vignetta successiva si passa oltre. Ora, la logica mi dice che questa tecnica dovrebbe essere implementata nell'ultima vignetta della striscia per dare modo di ripartire il giorno dopo da un'altra situazione, mentre nel rimontaggio la si può trovare anche in altre posizioni. Non ho trovato ostacoli nel leggere Loco Chavez in questo modo, ci si abitua subito ma indubbiamente è un'esperienza diversa.
E' uno dei fumetti argentini più importanti e sarebbe stato il caso di avere un'edizione degna sotto tutti i punti di vista, quindi anche con un'analisi contestuale in cui si mette in evidenza il passaggio da striscia a fumetto...
Allo stesso modo non è una striscia satirica ma, anzi, è una striscia realistica. E' una commedia, ovvio, ma di base è realistica e questa è un'altra grande differenza rispetto alle strisce classiche. E' uno slice of life come Gasoline Alley ma con un target completamente differente che, a mio modo di vedere, la rende una striscia già di base anomala, unica e irripetibile. Perché irripetibile? Perché è del 1975 ed è argentina.
Andiamo con ordine. A ben guardare nel mondo del fumetto occidentale lo slice of life in quel periodo era pressoché nullo. Quanti esempi possiamo fare? In teoria il fumetto che più si avvicina è Valentina di Crepax, in cui il quotidiano si intrecciava al sogno. In USA la vita quotidiana la potevi vedere nell'underground, che di per sé non è realistico. Paradossalmente è più facile trovare punti in comune con il Gekiga che narrava le miserie post WW2. Comunque, ritornaniamo al 1975 e fermiamoci in Italia. A me viene in mente Lo Sconosciuto e Alack Sinner per il semplice motivo che erano 2 serie noir completamente diverse da ciò che usciva prima poiché inserivano richiami al mondo reale e soprattutto Alack Sinner andava via via sviluppando una dimensione sempre più quotidiana. Alack pisciava. Anche il Commissario Spada però aveva dei riferimenti contemporanei. Quindi più che 1975 io parlerei di anni '70, per cui del post '68. Era un periodo di forte fermento culturale, per questo è irripetibile. Era il periodo in cui la cultura veniva presa troppo seriamente, si sentivano tutti intellettuali e c'era lo stereotipo del bar come luogo di incontro in cui si discuteva di politica, filosofia, arte. Scene da Nouvelle Vague insomma senza la carica sovversiva dei '60. Tutto ciò viene condensato da Trillo nel personaggio di Malone.
Trillo, che ha una grande cultura, infarcisce i dialoghi di riferimenti più disparati ma dà Malone e a volte a Loco un'impostazione più alta affrontando i massimi sistemi con piglio ironico e li trancia brutalmente con la pragmaticità da bar. E' riduttivo dire che prenda semplicemente per i fondelli quello stereotipo settantino in quanto le intuizioni dei grandi pensatori, sia pur giuste, vengono filtrate e rimescolate dalla saggezza popolare, aspetto che conferisce al personaggio un atteggiamento sia da sfigato occhialuto che da amico di tutti i giorni, che privilegia i bassi istinti. Tutto sommato un personaggio come Malone, che vorrebbe essere Bogart ma assomiglia a Woody Allen, è effettivamente unico. Loco è più equilibrato, colto ma non fissato e con cui puoi parlare di tutto; è un personaggio che trovo veramente vivo nonostante sia il protagonista di una commedia.
Altra particolarità. Alcune serie hanno uno sviluppo orizzontale pur essendo verticali, proprio gran parte delle historietas sono così. Loco ha uno sviluppo orizzontale tutto suo, sempre in costante evoluzione eppure statico come una serie episodica. Da alcune storie ad altre c'è una sorta di reset, di ritorno allo status quo, in cui rapporti tra i personaggi sono immutati, eppure i riferimenti a eventi passati non mancano. Essendo uno slice of life, questo ritmo ricorda la monotonia della vita ed essendo umoristica ha bisogno della running gag, che poi è più una "running situation". E' vero che i personaggi si sono visti da tutti i lati possibili e alcuni cambiano lavoro o stile di vita con il tempo e alla fine si arriva con dei personaggi che fuoriescono dalla carta ma si vive comunque in un'ampolla temporale. La relazione tra Loco e Pampita, che è tipo la donna dei sogni, è l'unica a progredire costantemente. Anche questa modalità secondo me era condizionata dalla pubblicazione sul quotidiano.
L'Argentina aveva condizioni economiche diverse dall'Italia, va da sé che le opere parlassero di altro. All'inizio Loco non parla del presente come altri fumetti argentini che criticavano in maniera più o meno velata la dittatura, cosa impossibile per una serie che esce sul giornale, ma comunque metteva in mostra il fatto che non fosse un paradiso economico come volevano farci pensare. Consideriamo che fu fatta anche una serie televisiva ma che andò in onda per soli 5 episodi prima di essere tagliata dalla dittatura perché Loco era "un cattivo argentino, che non prestava attenzione al capo e a cui piacevano le donne".
Dopo un po', soprattutto verso la fine, inizia a parlare in maniera più spinta della situazione politica del Paese in termini generici, senza mai accennare alla dittatura, ma era un aspetto già presente. "Con Altuna abbiamo cominciato a sentire che la gente, intorno al '77 o '78, cominciava a parlare del Loco come di un tipo noto, un vicino di casa, l'occupante dell'appartamento accanto, qualcosa del genere. Finché, a poco a poco, sono apparsi quelli che, leggendo il fumetto, vedevano messaggi nascosti, soprattutto da un Paese dove si dicevano sempre meno cose per nome.[...] Insomma, autori, personaggi e lettori si sono abituati a mezze parole, ammiccamenti, tra le righe di cui, a dire il vero, non ci eravamo nemmeno accorti quando abbiamo scritto e disegnato la striscia. L'obliquità, ti dicono. E se la riflessione di del Buono può servire a illuminare quella ricerca incessante tra le righe, delle cose che non si dicono, ma si dicono, dai lettori, questa citazione da un articolo di Ernesto Goldar può essere utile per comprendere alcuni meccanismi di adesione al nostro quotidiano lavoro da soli dieci anni: “Quanta nevrosi c'è in Loco? Quanta instabilità emotiva? Quanta realtà adulta trasuda il personaggio? Hugo Chávez non cerca il beneficio sicuro ma l'affetto, la sua personalità tirata non vuole cedere alle pressioni, e per di più chiede consiglio. Questo è il tratto più positivo del Matto, il suo rifiuto delle false sicurezze, la sua intelligenza, perché chi chiede consiglio rivela di non essere stolto o pedante. Si dirà che per lui è difficile prendere decisioni a causa di un complesso di inferiorità, perché è indeciso. Ma chi ascolta le opinioni non si sente superiore a nessuno. È un pari. Qualcuno con cui discutere, una persona ragionevole. Questo è il lato indiscutibile di Loco, la sua funzione di proposta, la sua "allegoria", che denuncia costumi autoritari e stereotipati, ed elabora un modello politico di cui il Paese ha bisogno, moderno, aperto alla corrispondenza con gli altri, una democrazia del quotidiano vita e stile”." Tradotto dalla rivista Zona 84 (1984).
Buenos Aires però era una città che faceva storia a sé e l'Argentina ha comunque
vissuto una storia fuori sincrono rispetto agli USA e all'Europa. Per
metà secolo era in piena ascesa economica ma ha continuato a cibarsi di
miti; in passato l'Argentina portava facilmente alla mente parole come
cultura, bar e spensieratezza. Negli anni '60 il fervore politico la
allinea all'Europa, mentre nei '70 la dittatura inizia quella fase di
allontanamento che sussiste ancora oggi. L’Argentina ha sempre generato
dualismi, che hanno portato ad una
costante lotta per il potere politico e sono stati il terreno fertile in
cui si è sviluppato il populismo e non hanno permesso di portare avanti
mai una visione collettiva di Paese. Questo aspetto emerge a più
riprese durante la lettura ma l'altro dualismo riguarda la cultura alta e
bassa, che da sempre vanno a braccetto nel Paese di Borges. Anche per questo a
Trillo riesce naturale parlare di conquiste amorose e letteratura, del Racing Club (squadra di calcio) e di Lacan. A proposito del Racing, l'impatto culturale di Loco era così ampio che si facevano striscioni anche allo stadio, non come quelli da mero merchandising che potrebbero essere quelli di Dragon Ball o Holly e Benji. Anche questo dettaglio ci fa capire la nostra distanza culturale con l'Argentina.
Ci sarebbe poi da sottolineare il fatto che alcune storie erano concepite a tavole, pagine intere e non a strisce, e si vede dalla composizione e dalla maggiore cura e presenza di dettagli; sono anche storie decisamente più spinte. La stranezza è che queste storie furono pubblicate negli anni '80 sulla rivista spagnola Cimoc ma sono inserite in "continuity" con quelle degli anni '70. Una tavola originale di Altuna, tanto per mettere in chiaro quanto ci perdiamo in queste edizioni italiane:
Certo, il fatto che fosse una striscia lo si vede a colpo d'occhio se uno conosce Altuna. Infatti il disegnatore in altre opere posiziona balloon in maniera verticale con un flusso discendente e/o tra le vignette. Un approccio che necessita di pensare alla pagina nella sua interezza ed è del tutto diverso dall'orizzontalità di Loco quindi. A tal proposito ci sarebbe da dire che l'Eura e anche la Cosmo hanno cambiato anche il posizionamento dei balloon, a volte secondo criteri arbitrari. Dal confronto delle 2 immagini seguenti si nota in primis la catastrofica qualità di stampa Cosmo, anche se a onor del vero alcune storie sono stampate in maniera accettabile, e come nella seconda vignetta il balloon sia stato ingigantito coprendo una parte del disegno. Questo più che un posizionamento arbitrario è dovuto al formato troppo piccolo, infatti l'edizione soffre anche di frasi mangiate perché non ci entrano.
E' un fumetto abbastanza dialogato ma che non annoia mai grazie a dialoghi agili e naturali, con toni da commedia brillante e intelligente. Infatti Trillo tocca tutti i registri in modo sapiente. Sono storie che affrontano diversi generi, spesso il giallo, sia pur restando uno slice of life in cui Loco può dare una mano ad un amico in difficoltà o fare il paparazzo di
costume e società, quello capace di far domande scomode durante
interviste di gossip e scatenare un putiferio. Per cui le sue inchieste giornalistiche, che sfociano
in ogni genere di intrecci, hanno un tono più umano, mentre la commedia
delle situazioni guadagna terreno. La grande varietà di approcci alla commedia è sensazionale; non è sempre la stessa storia rivoltata in diverse situazioni. Non è semplicemente una questione di dialoghi o ritmo, Altuna è un maestro della gestualità, sempre in grado di trovare il momento perfetto, il gesto perfetto, e infatti la coppia mi fa pensare all'affinità tra Goscinny e Uderzo. Non mancano inoltre sequenze mute dove Altuna si mostra altrettanto eloquente.
Altuna utilizza almeno un paio di stili di disegno, da quello con più preciso a quello più istintivo con grandi pennellate. Inoltre, come da tradizione delle strisce, molto storie fanno uso di retini. Poi è chiaro che la qualità non ha la costanza dei suoi one shot. E comunque le donne di Altuna hanno una sensualità impareggiabile. Le storie hanno lunghezza variabile, si va dalla decina al centinaio di pagine. Loco è certamente una serie vintage, agli occhi di un adolescente odierno almeno, ma era già anche una serie profondamente citazionista, per cui offre anche motivi di interesse per chi volesse farsi un tuffo nel passato. Il fatto che Trillo riesca sempre a spaziare in più campi è dovuto non solo alla sua cultura personale ma anche al fatto che ha studiato legge, ha lavorato nella pubblicità e ha fatto satira prima di approdare al fumetto. Si sarà capito, ma Loco è capace di suscitare riflessioni e intimismo e oltre alla commedia anche malinconia.
Loco è una telenovela intelligente e raffinata. Proprio così: una telenovela. Il guaio è che è argentina e quindi se la ricordano solo i lettori storici. Se prendo un'altra serie storica, che è a tutti gli effetti una telenovela, ovvero Love & Rockets, al netto delle differenze, è facile dire che pur necessitando di una cultura del lettore molto più bassa di quella presente in Loco Chavez, viene osannata solamente dai critici "raffinati", mentre Loco solo dalla plebe. Non c'è niente di cui lamentarsi, se ricevesse almeno l'attenzione dovuta, in primis con edizioni serie.
Essì, come direbbe Balderi, il direttore, Loco ha proprio una "vita peggio di una telenovela", "ma di successo" direbbe Malone. No, il punto è che Trillo è consapevole dei trucchi di una telenovela e li sfrutta parodiandoli o sostituendo il melodramma da quattro soldi con la commedia.
Senza dubbio le storie non sono tutte ugualmente interessanti, direi che nella fase centrale si avverte una certa ridondanza di storie più di genere, quelle più gialle o avventurose, mentre le migliori forse si concentrano nei volumi finali. Fatto sta che Loco non è ovviamente una serie da valutare storia per storia ma nel suo continuum. Loco è la serie da leggere se si vuole un personaggio con cui scambiare 2 chiacchiere, un amico che incontri al bar per divertirti e condividere momenti umani, nonostante i quasi 50 anni sul groppone e il fatto che sia una commedia.
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