Pensieri Sparsi - Il Signor Spartaco di Lorenzo Mattotti

Autore: Lorenzo Mattotti
Titolo: Il Signor Spartaco
Editore: Logos
Pagine:136 a colori
Formato: 21 x 28 cm, brossurato

L'ho riletto in occasione della nuova e bella edizione uscita per i tizi di Logos e devo dire che la grandezza di Mattotti, che poi esploderà in Fuochi, è già ben presente ed è stato un piacere leggerlo.

Infatti il volume in questione presenta per la prima volta alcuni degli elementi che da qui in poi caratterizzeranno inequivocabilmente il suo stile: l’ormai inconfondibile piglio visionario, fantastico, metafisico; l’uso del colore volumetrico, con cui l’artista rappresenta visivamente il terremoto dell’inconscio del protagonista, epicentro dell'animo umano; ma anche i temi che anticipano il Mattotti più maturo: il ricordo, il sogno, l’inconscio, il percorso esistenziale dall’angoscia della linea d’ombra (conradianamente parlando) al raggiungimento dell’equilibrio.
Qui lo sguardo irrequieto e sognante dell'infanzia serve da rampa di lancio per il risveglio adulto. E' un viaggio di iniziazione simbolico partorito dai ricordi a bordo di un treno che non parte mai, sebbene infine giunga a destinazione. Per Conrad la linea d'ombra, il passaggio all'età adulta è quel non definito, personalissimo e al contempo universale, momento e percorso di presa d'atto della propria indipendenza e, insieme, del proprio essere soli di fronte al e nel mondo.

"Hai avuto modo di vivere con gli altri e ti sei perso in te stesso". "Si è dimenticato di farsi ricordare". Le chiavi di questo improvviso, quasi subitaneo passaggio sono il superamento del senso di colpa e dell'apparentemente opposto sentimento di indegnità per il proprio essere: superamento che avviene assieme all'accettazione della responsabilità di essere sé stessi come esseri umani. Il passaggio però non elimina tutto ciò che c'era prima, non rinnega l'infanzia, ma modifica certi aspetti. Mattotti qui ci dice che bisogna abbandonare l'infantilismo ma non la meraviglia e la giocosa ironia, rappresentati simbolicamente dal cielo e dalle nuvole (elementi fissi nella poetica di Mattotti) che, indubbiamente, una volta superata la linea, assumono nuovi colori.


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