Recensioni - Cybersix di Carlos Meglia e Carlos Trillo

 Autore: Carlos Meglia e Carlos Trillo
Titolo: Cybersix regolare + monografico
Editore: Eura Editoriale
Pagine: 117x12 e 45x96 in bianco e nero
Formato: vari

Cybersix fu una serie culto italiana degli anni ’90, ma fu creata e portata avanti da due argentini, e ha avuto una doppia vita editoriale: da una parte abbiamo la serie di 117 capitoli brevi da 12 pagine pubblicati su Skorpio, che hanno una loro continuity più o meno stretta, e dall'altra 45 albi monografici da 96 pagine in pieno stile Bonelli, la cui continuity è più blanda. Il monografico non era proprio un bonellide, essendo i volumi più grandi ed avendo sempre gli stessi autori, ma in ogni caso era il primo monografico dell'Eura che, visto il successo della serie regolare, decise di lanciarsi in questa nuova avventura e sfidare il monopolio Bonelli. Il motivo per cui ebbe un discreto successo in quel decennio è semplice: c'era Carlos Trillo alla sceneggiatura.

In altre parole, non c’era nulla di simile nel panorama fumettistico; infatti non era una serie supereroistica, non era in linea con gli eroi bonelliani né con i manga che iniziavano ad invadere il mercato e nemmeno si avvicinava alla tradizione francese. Affermare che non c’era nulla di simile a volte è un po’ brutale, ma la differenza sta nell’approccio argentino. Cybersix sarà anche stata prodotta in Italia ma è chiaramente una serie di stampo argentino, tipologia di fumetto una volta apprezzatissima nel nostro paese e che vede l'inizio della decadenza proprio sul finire degli anni '80. Un'ulteriore novità rispetto al fumetto classico e popolare argentino, à la Dago insomma, è il suo riuscito citazionismo postmoderno. Era una ventata d'aria fresca, riusciva a parlare anche ai più giovani, non solo ai  nostalgici.
La serie è una macedonia, è per lo più comica e umoristica ma anche drammatica, è caricaturale ma brutale, è popolare e colta, è tante cose ma  riesce a risultare coerente grazie alla magia dei 2 autori, soprattutto di Trillo, e tutte le citazioni non sono buttate lì per “elevarsi” né risultano dei semplici easter eggs. Cybersix è un fumetto e non perde mai di vista le sue doti rincorrendo il romanzo, dunque il citazionismo è usato con cognizione di causa in modo del tutto naturale, come in una normale discussione tra persone, o caricaturale, insomma non se la tira mai; inoltre Trillo non si limita ad omaggiare figure (e opere) importanti come Philip K. Dick, Ballard, Blade Runner, Terminator, Robocop, Pessoa, Oesterheld, Barks, i poemi e i miti classici, Tom Waits e Leonard Cohen tra i tanti, ma anche ad analizzarli e farli parte integrante del discorso grazie al fatto – in primis – che il protagonista è un professore di letteratura ma, come abbiamo appena visto, non è solo la letteratura l'oggetto del citazionismo.


Ebbene Cybersix è una donna bellissima creata in provetta, dunque è un "cyborg", dallo scienziato nazista Von Richter ed è riuscita a scampare dal suo malvagio creatore che per questo le dà la caccia a Meridiana, una metropoli in cui circolano le creature di Von Richter.
Cyb, come tutte le altre creature di Von Richer, ha bisogno di succhiare una sostanza a mo’ di vampiro presente nel corpo di questi robot e lo fa durante la notte, mentre il giorno insegna letteratura sotto le mentite spoglie di Adrian. Questa ambivalenza è piuttosto originale, ma come faccia a nascondere le sue curve non lo sa nemmeno lei e infatti gli autori ci giocano su diverse volte. Adrian e Cyb sono 2 facce della stessa medaglia, si completano a vicenda; il fumetto è fatto di doppi, o per meglio dire è sempre in bilico. Difatti sfugge ad una categorizzazione precisa avendo elementi fantasy e fantascientifici. Dracula o Frankenstein? E' colto o popolare? C'è distinzione tra finzione e realtà? E' una serie umoristica o drammatica?

Trillo riesce ad amalgamare tutto, come ha sempre fatto, e per questo è una serie avvincente in ogni momento, anche quando non c’è azione, pure perché ce ne è veramente poca. Possono coesistere riflessioni esistenziali e nudità gratuite allo stesso tempo senza stonare perché non si prende mai sul serio, esagerando ironicamente ogni aspetto, e poi perché il tratto di Meglia è oltremodo indicato per questo tipo di storia. Lo stile di Meglia è assai espressivo, vicino al cartooning alternative americano, che usa il deformed in modo grottesco e le vignette sono pulsanti di vita, stracolme di oggetti sparsi, scritte sulle mura, ecc.

A parte gli spunti fantascientifici, Cybersix è più vicino al noir, per lo meno esteticamente, ma è più giusto dire che si tratta di una rivisitazione dei generi; preferisco questo termine all’inflazionato “decostruito” perché suona più naturale ed è proprio ciò che Cybersix è. Il tratto espressivo di Meglia utilizzato per i personaggi si contrappone alla curatissima architettura della città, che ha reminiscenze gotiche e si rifà a Gotham City, d’altronde Meglia fece una planimetria gigante di Meridiana in modo da ricostruire gli ambienti perfettamente nelle vignette cosicché il lettore potesse vivere quelle strade ma anche per velocizzare dovendo sfornare oltre 100 tavole al mese. La mistura di tutti quegli elementi e in più l’approccio quotidiano rendono questa serie innovativa e tramite l'espediente quotidiano riesce a creare un affresco disincantato sulla natura umana, su un mondo crudele (quasi quanto Borderline, sempre di Trillo) in cui gli umani sono delle nullità.


Cyb è un personaggio complesso e sfaccettato, che in seguito alla sua solitudine e condizione di anormalità si interroga su questioni morali, riuscendo a sembrare più umano degli umani. Sulla carta sembrerebbe niente di nuovo e comunque tutto è sempre ricollegabile a opere del passato ma è il come lo fa che mi interessa. Lo stereotipo narrativo viene costantemente ribaltato non perché fa figo, fa alternative, ma perché la rivisitazione è una costante della serie stessa. La forte componente letteraria serve da spunto per indagare il quotidiano e infatti le lezioni di Adrian sono lezioni di vita. Trillo ci suggerisce l'importanza della lettura, è uno strumento per vivere meglio, per trovare soluzioni a problemi già vissuti non sulla propria pelle, del resto, come diceva Eco, “chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 5000 anni..."
Cyb è uno dei miei personaggi preferiti in assoluto ma tutto il cast del fumetto ha il suo perché, iniziando con Maura la tossica, Dostoevsky il poliziotto, Lucas il giornalista, Von Richter (che è effettivamente cattivo fino a quando non rivela il suo vero scopo) ed altri. Cyb è una maschera vivente e Meridiana è il suo palcoscenico, dove si riversano i più disparati drammi e commedie. Del resto, con uno scenario del genere, è facile intuire alcuni dei svariati temi dell'opera: cosa ci rende umani?, la prostituzione e la droga, il diverso, l'incomunicabilità, l'amore impossibile, gli esperimenti genetici, la fecondazione assistita, i mass media, ecc.
Quest’opera è un atto d’amore verso l’arte in generale, al punto che sfocia spesso nel meta-fumetto e infatti Cyb diventa già nel primo albo un'eroina disegnata da un aspirante giovane mangaka che è stato aiutato da lei.

In linea di massima lo stereotipo è tale perché rispecchia la realtà, ovvero statisticamete rappresenta un determinato tipo di persona. Spesso si condanna lo stereotipo, ma in realtà è una questione complessa. Lo stereotipo non è il male a prescindere, difatti una narrazione seria/drammatica completamente senza stereotipi sarebbe artificiosa; è brutto utilizzare troppi stereotipi ma allo stesso modo non ha senso costruire tutti personaggi non stereotipati. E' chiaro che non c'è nessuna regola generale, dipende da caso a caso. La vecchietta che nei gialli sta alla finestra e ha visto la scena dell'assassino è una cosa normale perché le vecchiette effettivamente, avendo molto tempo libero ed essendo sole, stanno affacciate al balcone. Il nero che vende i fazzoletti o la droga non è uno stereotipo razzista. Un heroic fantasy che ha un protagonista muscoloso è normale e via dicendo. Il punto è rendere quello stereotipo non un mero escamotage narrativo o uno strumento di facile presa.
Abbiamo detto però che Cybersix li ribalta, vediamo qualche esempio. Innanzitutto la protagonista è buona ma è un "vampiro" ed è costretta a succhiare la sostanza, in altre parole sarebbe morta se non le dessero la caccia. Lo scienzato pazzo e per di più nazista con manie di conquista è il personaggio più grottesco e malvagiamente ironico della serie, al punto che è rappresentato sempre con una faccia mezza ombrata, poi bacchetta il figlio che ha creato per acciuffare Cyb. Il figlio a sua volta vorrebbe la morte del padre, ha l'aspetto di un bambino ma è un mago del sesso. Lori, una studentessa di Adrian, è innamorata di lui, ma Adrian è in realtà una donna! Lucas, il giornalista, è un tizio muscoloso e grosso ed è innamorato di Cyb, che a sua volta vorrebbe ricambiare. Oltre ai personaggi ci sono le situazioni narrative ma facciamola breve e diciamo che, in ogni caso, è l'ironia che sovverte i ruoli e certamente Trillo fa anche un largo uso di archetipi.


Dunque, perché non se ne parla più e perché Cosmo dopo averla ripresa di recente - in virtù delle scarse vendite - non è stata in grado di ristamparla integralmente? Innanzitutto è difficilmente inquadrabile ancora oggi, non è propriamente popolare, è per certi versi troppo colta/citazionista e troppo osé*, non è propriamente la serialità che piace oggi in quanto i monografici sono quasi episodici e la serie originale è orizzontale e verticale al tempo stesso (è argentina d'altronde), è troppo poco action, c'è troppo da leggere e inoltre il problema principale è che il fumetto argentino non è più pubblicizzato ma, onestamente, oggi si pubblicizzano, e dunque si leggono, solo le solite cose. Inoltre, pur non avendo come tratto distintivo la depressione adolescenziale o il mood di fine secolo, è certamente una serie novantina per l'angst (seppur non millennial) di chi non trova un posto nella società (beh, lei non è umana e insegna a giovani sbandati) e ha come ambientazione una città corrotta e decadente, che va a rotoli, c'è un perenne stato di nostalgia e malessere. Sono elementi che attiravano l'adolescente e il giovane di allora, ma non quello di oggi e se ci mettiamo la sensibilità di Trillo allora è normale che non attiri più l'attenzione dei nuovi lettori. Il rammarico maggiore non è tanto l'aver interrotto gli albi monografici ma l'essere giunti a un volume o due dalla fine della serie originale, che non è mai stata raccolta integralmente in volume.
Diciamolo pure, la serie a capitoli è migliore della monografica, come spesso accade, ma in questo caso la monografica aveva una qualità piuttosto alta; il problema è che Trillo non aveva più nulla da dire ad un certo punto ma doveva continuare e questo l'ha portato alla rottura con l'Eura. Anche Meglia subisce un calo perché gli si affiancano degli assistenti (li aveva anche Trillo alla sceneggiatura e forse alcune storie non sono neanche sue) e alla lunga il ritmo forsennato porta solo ad un calo qualitativo. I picchi toccati nella prima quindicina di storie non si raggiungono più ma, essendo appunto quasi episodica, non è un problema fermarsi prima della svolta (la "saga" di Cyb incinta). Da lì in poi le storie diventano un more of the same senza la poesia, l'umanità che contraddistingueva la serie, e il tutto è rivolto ad una ricerca spasmodica che diventa presto ridondante, che mette al centro le turbe di Cyb trascurando il mondo e gli altri personaggi.
Ho letto anche le lettere inviate dai fan che venivano presentate in ogni monografico e, ammesso che fossero vere, devo dire che il clima era molto caloroso, umano, colto e  dà modo di capire quanto fosse di culto. Forse era la prima (?) serie da edicola che ha avuto il merito di conquistare anche le donne. Tra l'altro ha la lettera più toccante che mi sia capitato di leggere in un fumetto ed è quella del volume 32, quella in cui una ragazza di 22 anni dice che non diventerà mai mamma perché le cure al tumore le hanno bruciato l'utero ma nonostante ciò capisce il dolore di Cyb "perché la bambina che tutti i giorni bacia nei suoi sogni è sacra".


*Il popolo argentino è abituato diversamente all'arte popolare. Esiste una serie animata di produzione nippo-canadese per il mercato canadese (anche USA ovviamente) animata benissimo, del resto aveva un budget colossale per una serie giapponese e lo è a tutti gli effetti essendo fatta dalla TMS Entertainment. Era edulcorata ovviamente ma ciò che mi stupisce è che è ancora oggi molto amata dai fan canadesi/americani. Anzi, è un anime di culto in quelle nazioni, ha ancora un grosso fandom e per molti era l'opera di riferimento per la loro infanzia/adolescenza. Mi ha stupito anche vedere che alcuni l'hanno presa a modello per le loro tendenze sessuali, come una sorta di idolo lgbt. Certo, sempre curiosando, ho avuto modo di capire che il fumetto è ormai illeggibile per la società bigotta americana odierna, che lo accusa di essere sessista, razzista e via dicendo; esattamente l'opposto di quel che Trillo diceva ma il politicamente corretto ha reso ciechi e ignoranti di fontre allo stereotipo usato come parodia e critica. C'è da ridere se uno pensa che è una serie animata giapponese per il mercato canadese tratta da un fumetto argentino per il mercato italiano.

 

Dunque, come la si può recuperare? La serie regolare è recuperabile integralmente solo tramite Skorpio, mentre la monografica nell'usato si trova. La qualità di stampa è quella che è...
Io consiglio l'edizione incompleta Cosmo, non priva di difetti, certo, ma visto che reputo le storie brevi migliori direi di iniziare dalla metà del volume 5 della Cosmo e poi passare ai monografici presenti nei precedenti 4 volumi e mezzo. Si può fare anche l'opposto, eh. Devo sottolineare che sono 2 serie diverse e l’ordine imposto dalla Cosmo non ha molto senso, o leggi prima le storie brevi o i monografici. Quindi, cara Cosmo, dovevi semplicemente ristampare la serie regolare, che oltretutto non è tanto lunga, sono appena 1400 pagine.



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