Autore: Enrique Alcatena e Eduardo Mazzitelli
Titolo: Attraverso il Labirinto
Editore: Eura Editoriale
Pagine: 168 in bianco e nero
Formato: 16 x 21 cm, brossurato
Questa è una delle migliori historietas, a parer mio, e andrebbe ristampata in un'edizione degna ma, purtroppo, è disponibile solo nel volume I Giganti dell'Avventura 45, che ha, come al solito, una stampa penalizzante. Tuttavia mi interessa ricordare un maestro del calibro di Alcatena.
Anzi, dal momento in cui l’impianto narrativo è in simbiosi con quello grafico, posso dire che Alcatena e Mazzitelli siano un solo autore, come capita anche per Munoz e Sampayo, i fratelli Nishioka e chi più. L’ambientazione e l’atmosfera sono favolistiche e oniriche, con una forte immaginazione, mentre i layout sono arditi e in alcune tavole la griglia è praticamente inesistente; la tavola è spesso contornata da cornici o ghirigori vari a tema (che si adeguano alla storia) - nella tradizione di Druillet - che hanno valore simbolico o quantomeno d'atmosfera.Il b/n è raffinato, pieno di tratteggi e decisamente folcloristico, talvolta sembra richiamare il teatro delle marionette, si ispira anche all’ukiyo-e e quasi xilografico. Nonostante questo, il principale riferimento artistico di Alcatena è, a mio avviso, Hieronymus Bosch.
Lo accosterei a Toppi per la verticalità, per la sensazione di mito e l’esplorazione di luoghi sempre diversi e credo che anche Alcatena sia un “viaggiatore immobile” come Toppi.
La grandezza di Alcatena sta nel fatto che ha trovato il modo per far passare come reali le sue multiformi anatomie, così il suo sense of wonder non rappresenta qualcosa di meraviglioso perché estraneo ma perché ci appartiene, e lui fa leva, come tutti i postmoderni, sugli artisti e sperimentatori che gli hanno spianato la strada, che hanno esteso la percezione e cultura artistica della massa. Indi per cui lui fonde fumetto d’autore a quello popolare, pesca dai suoi maestri e lo fa suo, è inimitabile ed inconfondibile.
Allo stesso modo le storie di Mazzitelli, che si avvale sempre di un narratore esterno, sono senza luogo, hanno ogni volta con un’ambientazione diversa ma le storie possono adattarsi ad ogni paese.
Mazzitelli narra il malessere del popolo ma dal punto di vista del regnante, mostra il potere per parlare della miseria e, in ogni caso, alla fine, ha sempre un che di speranzoso.
Inoltre un’altra costante è il ruolo della donna, che per Mazzitelli è fondamentale, necessario per la risoluzione della storia.
Passando
al fumetto in questione, il labirinto è un luogo dove si incontrano
passato, presente, futuro, realtà e finzione, e vi finisce dentro
Percival, un poeta ottocentesco in crisi di idee, un Dante meets Alice.
Oberon sarà il Virgilio della situazione e i riferimenti a Shakespeare,
così come quelli letterari, non si fermano qui: Romeo e Giulietta,
Amleto, Otello, Don Chisciotte, Borges, Carroll, Il Roman de Renart,
favole irlandesi, ecc.
L’ispirazione arriva ben presto e Percival
inizia a scrivere storie, storie nella storia, ma che non sono sue e
rinnegherà. Come si può mai scrivere qualcosa di cui non si ha
esperienza? Mentendo? Del resto i libri sono solo bugie, rappresentano
le cose come stanno, quelle che nessuno vuole vedere.
Dal momento che
tutte le strade portano ovunque, l’unica rappresentazione possibile del
labirinto è quella escheriana in modo da sbriciolare la griglia e
vivere in uno spazio-tempo indefinito.
Esiste un altro compagno di traversata, il Virgilio di Virgilio: Reynard la volpe.
Costui
ha il ruolo di fare uscire Percival dal labirinto, riportarlo al suo
mondo, perché Reynard e Oberon non gli appartengono. O forse sì?
“La realtà è fatta della stessa materia dei sogni”.
E’
quasi inutile ribadire che si tratta di un fumetto surreale, in cui
Bosch incontra De Chirico, e poetico senza essere mai pesante, la cui
vera forza è la libertà e la spensieratezza dell’avventura, nonostante
abbia una struttura multilivello.
P.S. Nel volume Eura ci sono altre 2 storie: Metallica e il Re Leone.
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