Pensieri Sparsi - Ibicus di Pascal Rabaté

Autore: Pascal Rabaté
Titolo: Ibicus integrale
Editore: Vents d'Ouest (in Italia MP pubblicò 2 volumi su 4)
Pagine: 552 in bianco e nero
Formato: 24 x 32 cm, cartonato

Il termine romanzo grafico viene spesso utilizzato ai fini di marketing, però descrive perfettamente Ibicus perché è un adattamento ed è molto "grafico".

Con uno stile decisamente espressionista, che può ricordare Breccia el Viejo, Rabaté ci trasporta nel grigiore e nel magma della Russia che sta per spalancare le porte della rivoluzione. L'autore segue esclusivamente il protagonista ma ci fa attraversare tutte le classi sociali e, così facendo, restituisce un affresco variegato e veritiero del periodo, senza idealismi vari e seppur romanzato, del resto è l'adattamento dell'omonimo romanzo di Alexis Tolstoj, non scade mai nel melodrammatico ma è anzi grottesco e, per certi versi, crudo. La forza dell'opera è la miscela di violenza, follia, la miseria dei poveri, la vacuità quotidiana dei nobili, "il fascino discreto della borghesia" e il romantico nichilismo che pervade la Russia della rivoluzione. Nonostante la mole, oltre 500 pagine, la lettura scorre molto fluidamente perché è in media poco dialogato, testi scarni e senza fronzoli, e Rabaté ricorre spesso a sequenze contemplative/mute.
L'autore segue solo il protagonista, sì, è il polo della narrazione ma intorno a lui orbitano personaggi dalla complessa caratterizzazione, enigmatici e inafferrabili, che completano la descrizione storica sopra elencata. Il gioco d'azzardo, l'alcol e le sequenze grottesche sono una costante di tanti grandi scrittori russi.

A massime di saggezza popolare - che probabilmente sono proverbi russi -, così ben intercalate da condensare un intero pensiero, si alternano dialoghi di basso rango e alti ideali. E' ancora una volta la mistura ad emergere, ad ammaliare e a eludere gli sguardi sospetti del lettore ma che ben restituisce il caleidoscopio vitale in tutte le sue sfaccettature. Insomma, ciò che ha subito affascinato Rabaté del romanzo è la capacità del protagonista a rialzarsi in ogni situazione facendo leva su 2 sentimenti contrastanti come l'egoismo e l'ingenuità. Per cui, la Storia accompagna e si fonde con le avventure, o disavventure, di Siméon Nevzorof che nella sua faretra caratteriale ha frecce per ogni dispregiativo: è uno stronzo, un dandy cinico, un profittatore, un codardo e mitomane ma anche un ingenuo e succube del destino. Diciamo pure che lo stile di disegno multiforme è esattamente in linea con il protagonista. Del resto, le capacità narrative di Rabaté sono cristalline e l'aver utilizzato questo stile di disegno non è certamente un vezzo, dal momento in cui è agli antipodi con gli altri stili da lui utilizzati durante la sua carriera. Negli ultimi 2 volumi il segno diventa ancora più informe, la storia è più tragica d'altronde. La sua forza espressionista non mette da parte il dinamismo dei movimenti, è una dote molto rara, e in questo caso è necessaria perché si sposa con il ritmo e Rabaté è un maestro in tal senso.
Purtroppo l'edizione Magic Press, che era molto bella, si ferma a 2 volumi su 4... Si spera che qualche editore illuminato ci porti l'integrale.


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