Pensieri Sparsi - Isaac il Pirata di Christophe Blain

Autore: Christophe Blain
Titolo: Isaac il Pirata - integrale
Editore: Oblomov Edizioni
Pagine: 264 a colori
Formato: 21,5 x 30 cm, cartonato

Sul retro dicono "si può raccontare ancora l'avventura a fumetti dopo i capolavori degli anni '70? Blain sembra trovare una risposta convincente". Effettivamente è così, pur non essendo - per il sottoscritto - il capolavoro che alcuni decantano, sicuramente è una ventata di aria fresca.

Insomma, andrebbe contestualizzato meglio per affermarlo con certezza ma, anche a ragione del Fauve d'Or (miglior fumetto dell'anno) vinto ad Angoulemea per il tomo 1, si può dire che ha rilanciato l'avventura in un momento di stanca; in Francia, altrove il genere era ed è bello che morto, tendenzialmente uscivano solo copie carbone di fumetti classici, tutt'al più ammodernati insipidamente.
In Isaac il Pirata l'avventura è un sogno mai raggiunto, anzi, è l'elemento scatenante un vortice di disavventure che si autonega, che allontana l'idea stessa di avventura. Isaac è un pittore che si ritrova a diventare pirata senza volerlo, cambia del tutto prospettiva e, in seguito a ciò, il senso nobile dell'avventura è andato a farsi benedire. L'arte e la malavita si sposano e chissà fino a quando potranno convivere, c'è solo da chiedersi chi pagherà gli alimenti. Troviamo tutti gli elementi caratteristici del genere ma rivisitati alla maniera di Blain, ovvero con un misto di naif e sofisticazione: il viaggio, il mare, vedute grandiose, colpi di scena inaspettati, respiro epico, amori perduti e ritrovati, nuove amicizie, alleanze di malaffare, tradimenti...


Sul retro dicono anche che ha "un sense of humor fuori dal comune" e sono d'accordo. Il fatto che ci siano delle scene pseudo realistiche e tragiche è la sua particolarità, ma cose del genere si trovano anche in Gus, sebbene quest'ultimo sia più folle. Detto così sembra che lo faccia solo Blain, invece il mix di commedia e tragedia lo usano in parecchi ma ognuno ha il suo equilibrio. Penso a Trillo, Torpedo, Tardi, La Fortezza appunto e altri. Ho sorriso durante tutta la lettura. I personaggi di Gus erano magnetici, stanno 2-3 gradini sopra quelli Isaac, ma il piacere dato dalla narrazione è più o meno simile, ha un ritmo particolare e travolgente. Blain è proprio un grande storyteller e in ogni caso trovo che Gus sia l'evoluzione di Isaac. Narrativamente è superiore però il segno di Isaac mi piace di più. Non che Gus non avesse dei disegni splendidi ma lì Blain di solito adotta un segno più minimale, anche se il quarto volume, se ricordo bene, è una sorta di ritorno alle origini, cioè più materico e infatti è quello che mi regalò più "wow". A dire il vero anche la colorazione è differente e sicuramente incide non poco. Questo era pensato per il b/n e hanno sprecato l'occasione, però va anche detto che i colori sono molto efficaci.
Isaac il Pirata è incompleto, non ha un finale aperto ma un cliffhanger, quindi il sesto tomo è necessario e si spera che Blain lo riprenda una volta terminato Blueberry.


 

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