Pensieri Sparsi - La Città di Juan Gimenez e Ricardo Barreiro

Autore: Juan Gimenez e Ricardo Barreiro
Titolo: La Città
Editore: 001 Edizioni
Pagine: 192
Formato: 23 x 30 cm, cartonato

Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura... Jean, il protagonista, mentre passeggia pensieroso nel mezzo della notte si ritrova, all'improvviso, in un posto diverso: è la Città. Così inizia il trip. Non è l’unico ad essere finito lì, molti ci stanno da anni. La città è un labirinto, un parco giochi, un qualcosa di illogico e dinamico, un paradosso vivente.

La Città, scritto nel 1981, è un fumetto dal sapore decisamente sudamericano, con una vena di immancabile realismo magico e, ovviamente, è altrettanto immancabile il riferimento a Borges. Da questo punto di vista il disegno colmo e palpitante di Gimenez è veramente fondamentale per far emergere l'atmosfera.
Nella ricerca di una via di uscita, il protagonista incontra una donna che sarà sua compagna di viaggio; in questa fuga-non-fuga incontreranno stranezze di ogni genere: una setta di Cthulhu, il diluvio universale, un treno che mostra il passato e il futuro, la materia dei sogni, una città nella città (oasi nel caos), ecc.
In uno dei capitoli troveranno un enorme supermercato automatico, ben fornito di tutti gli articoli di cui potrebbero avere bisogno. I problemi iniziano per entrambi quando cercano di uscire dal supermercato senza pagare: si attivano sistemi di difesa che, quindi, comminano una pesante condanna ai due. Come le fabbriche di Dick, questo supermercato sta recuperando e mantenendo il funzionamento, anche senza che i clienti desiderino utilizzarlo, adempiendo al compito per il quale è stato costruito. La scena della cassa mi ha ricordato la porta automatizzata in Ubik che non vuole far uscire il padrone perché non ha soldi, anche se nel caso di Ubik è davvero esilarante e inquietante al tempo stesso. I due poi vengono salvati da un tizio che sta combattendo contro il supermercato da 2 anni, è una lotta folle contro una chimera.


 

Il bello de La Città è il suo essere una raccolta di criptiche favole morali, che si fondano sull'assurdo, sull'insondabile e sul paradossale. Juan Gimenez, conosciutissimo per i suoi colori armoniosi e vividi, qui invece utilizza uno stile in bianco e nero completamente diverso, fatto di pesanti tratteggi e linee sgraziate, che ben si sposa con la claustrofobicità della storia. Le linee pesanti, viscerali, nervose e informi, tutt'altro che precise in linea di massima, viaggiano di pari passo con l'enigmaticità della Città, con il mostrare e il non mostrare, con il semi-definito. La struttura allo stesso tempo orizzontale e verticale tipica del fumetto argentino popolare è perfetta per una storia del genere in cui il movimento è stasi, il moto è perpetuo.
Per parlare di cose più popolari, durante la lettura non puoi non pensare a film come Dark City o Matrix o tutti gli altri che trattano il tema di una vita labirintica, una vita dietro la vita, una città dentro la città. Insomma, puoi farti le teorie su cosa sia la città e alcune di queste tue teorie verranno esposte nel capitolo finale, in cui si cita un altro classico del fumetto argentino (solo quel personaggio poteva concludere un eterno vagare) e quella parte è da brividi se si conosce il background argentino.
Il capitolo finale è una perla - che prende addirittura una piega meta ed intertestuale - soddisfacente per come (non) chiude la storia.
In questo viaggio irreale si incontrano soprattutto le anime letterarie di Borges (i richiami a l’Aleph sono evidenti), Kafka e Dick, si raccoglieranno solo misteri, all’ultimo ci sarà qualche teoria, ma nessuna spiegazione perché alla fin fine “forse la continua ricerca di una strada è già essa stessa una via di uscita”. Manca solo lo spot Campari Red Passion per elevarlo a capolavoro!
È geniale, come spesso accade con Barreiro. Tuttavia, solitamente la sua mente vulcanica viene sfruttata fino ad un certo punto, ma non qui, e sempre di Barreiro si deve citare Parque Chas, di qualche anno dopo, che è molto simile a La Città per certi versi ma anche abbastanza distante da vivere di vita propria.
L'edizione della 001 è molto bella e ben fatta, magari anche le prossime historietas avranno questa cura?



Nessun commento:

Posta un commento