Recensioni - L'Età del Bronzo di Eric Shanower

Autore: Eric Shanower
Titolo: L'Età del Bronzo 1/3B
Pagine: 800 in bianco e nero
Formato: 17 x 24 cm, brossurato

“Cantami, o diva, del Pelìde Achille l'ira funesta…” Shanower si imbarca all'inizio degli anni '90 in quello che è forse il progetto fumettistico più ambizioso di sempre: narrare la guerra di Troia in maniera realistica. Ambizioso in termini di ricerca e costruzione, non lunghezza. Si prende quindi ben 7 anni di ricerche, studiando testi, visitando i luoghi e consultando esperti. Il solo primo volume ha 10 pagine di bibliografia, ovvero 267 referenze e gli altri 3 volumi ne hanno 400.

La guerra di Troia non si sa nemmeno se è stata combattuta, inoltre le fonti storiche e i miti sono contraddittori. "Tutte le fonti storiche sono state messe in un calderone, le ho mescolate e ho tirato fuori la storia nel modo che mi è sembrato il più ragionevole." L'autore non ha preso in considerazione solo fonti storiche ma anche quelle successive, ci sono quindi eventi di origine medievale e così via. La guerra di Troia è in realtà la metafora o la summa di tutte le guerre che vede l'occidente conquistare l'oriente. I troiani avevano le ricchezze, erano puliti, si lavavano i capelli, mentre i greci no. L'Iliade è ovviamente scritto dai vincitori eppure c'è questa particolarità di non sminuire il perdente, ma anzi il pubblico pende più dalla parte dei troiani, che genialità.
Ricordiamo che l'Iliade racconta solo una fetta piccolissima della guerra e, per dire, il fatto del cavallo di Troia non viene neanche menzionato. Come dice Baricco, in realtà L'Iliade dovrebbe chiamarsi Achilleide, proprio in virtù della sua centralità; pur essendo poco presente, lui è un buco nero. Qui invece non è così, è una storia corale. Un'altra sostanziale differenza è la seguente: Shanower inserisce i miti ma non mostra il sovrannaturale; in altre parole, Chirone non è un centauro, Achille non è invulnerabile, gli dei non ci sono, perlomeno non fisicamente ma nella mente delle persone sì. Quindi le persone eseguono sacrifici, credono a visioni e falsi profeti, del resto questa è una caratteristica perfettamente umana. 
Ovviamente non è solo una questione di ricerca perché poi si tratta di rielaborare il tutto e i 2 pregi massimi dell'opera sono: l'accuratezza grafica e "storica" e la coerenza/credibilità della vicenda. Ci sono trilioni di personaggi ma alcuni sono difficili da distinguere poiché Shanower deve mantenere gli aspetti tipici delle popolazioni. Ovviamente tutti hanno la stessa armatura e il taglio di capelli, ma anche la barba, non ha tante varianti sia da una parte che dall'altra ma se gli achei si riescono a distinguere, per i troiani invece - soprattutto i figli di Priamo - è indubbiamente difficile. La scelta di farli tutti molto simili è probabilmente dovuta al fatto che i troiani sono più orientali dei greci. Non posso dire che sia un difetto né un vero problema, visto che esistono i nomi, ma Shanower ha un segno poco personale, i disegni sono dettagliati ma non esce dai limiti dell'artigianato, nel senso che fanno il loro dovere. Sono sì al servizio della storia, ma in altre mani... Insomma, è al livello di un fumetto storico e realistico francese medio. 
 
Lato personaggi. Spulciando in rete ho notato che alcuni yankee si lamentano della piattezza dei personaggi. Detto senza mezzi termine: se si cerca personaggi sopra le righe o furbate simili si cerca altrove. La serie non è mainstream e gli intenti sono altri, innanzitutto quello di ricreare l'evento in modo realistico. Quando si cerca di costruire qualcosa di così datato si possono intraprendere alcune strade: farli parlare come se fossero nati oggi, cercare di ricreare il passato o fare una via di mezzo. Non è solo il linguaggio, ma anche la psicologia che va ricreata. Si può approfondire leggendo centinaia di libri ma non è niente di certo, quindi si reinterpreta, si reinterpretano le reinterpretazioni e così via. Non è che si fa affidamento sull'Iliade e basta, il gioco è fatto, anche perché non si sa neanche se Omero sia o meno l'artefice e in ogni caso non significa che Omero sia stato fedele. Non succede neanche con le opere del presente. In ogni caso l'Iliade era politicamente corretto per l'epoca e in fin dei conti lo raccontavano anche ai bambini.
Per come la vedo io, che non sono uno storico, Shanower riesce a rappresentare bene, forse non benissimo, i rapporti del periodo o perlomeno appaiono credibili. Poi è chiaro che uno non può vedere la storia con la mentalità di oggi, come si fa a credere altrimenti che quella guerra abbia luogo in primis? Lo si può criticare di maschilismo? Le femmine sono insipide, quasi non hanno voce in capitolo? Francamente su queste cose è meglio sorvolare, la serie viene citata anche dagli articoli scientifici non a caso. Quando mai capita a un'opera di fiction di essere considerata per la veridicità storica? L'autore viene considerato dagli studiosi e invitato anche a conferenze. L'Iliade ha avuto tanti remake, ma questa è la versione definitiva dei nostri giorni, semmai arriverà alla fine. 
I troiani si confermano anche in questo adattamento poco interessanti, troppo impegnati in questioni sentimentali e veramente solo Ettore ed Enea sono un minimo distanti da tali pensieri. I greci invece hanno Odisseo, poi Nestore, Agamennone e Menelao, Palamede e Achille in piccola parte.
Shanower ha realizzato per ora 3 parti e la terza è divisa in A e B e gli scontri iniziano solo nel 3B, praticamente le ultime 140 pagine su 700... Prima ci sono un paio di scaramucce, ma anche quando inizia la guerra vera e propria, di scontri epici non ce n'è neanche l'ombra; si pensi che in un capitolo le vignette a sinistra rappresentano gli scontri e a destra un montaggio alternato tra troiani e achei nelle ore notture solo per far capire che la guerra è incessante, c'è sempre, passano i giorni e i mesi ma si combatte, di giorno. Poi comunque è una guerra, non è un western di Leone, non è un battle manga e nemmeno un fumetto di supereroi. C'è il caos, fioccano lance e spadate da ogni dove, non c'è mica il tipo figo che ne fa fuori 100. Il problema non è neanche il numero, se ad esempio Achille ad un certo punto ne facesse fuori 10, cosa che non è ancora accaduta, sarebbe onesto, il problema è la modalità e qui per fortuna manca la spettacolarizzazione e l'esasperazione. Achille viene osannato la prima volta, a Tenedo, quando in realtà è goffo e anche ridicolo. 

Ecco, la verità è un'altra, è impensabile che all'epoca ci fossero guerrieri preparati atleticamente come lo sono gli artisti marziali oggi, che in ogni caso non fanno le cose che vediamo nei film. Tutto ciò nonostante sia ambientato in un periodo in cui l'onore c'era ancora, così come la volontà di fare un duello 1 contro 1. Infatti, ne l'Iliade in realtà i combattimenti erano molto cavallereschi. L'Iliade è epico per la pomposità, l'aulicità della prosa, più che per stragi atletiche. I duelli sono descritti come statici per la nostra concezione ma ciò non toglie che nell'Iliade ci siano svariati passaggi di scontri epici per la portata, Diomede ad esempio è implacabile nel quinto libro, ferisce anche gli dei... Diversamente, L'Età del Bronzo è epico nell'attesa, nella preparazione a qualcosa di epocale, poi ci sono i miti, le gesta passate, Eracle e Teseo, che alimentano l'aura epica. 
L'inizio non mi stava entusiasmando ma poi pian piano si entra nel ritmo di questo retelling che è praticamente un libro di storia che non ti sembra didattico ed è anzi piacevole. Al di là della distanza temporale, L'Età del Bronzo ha il pregio di mostrare un grande campionario di umanità senza pietismi, senza moralismi, seppur l'Iliade sia una soap-opera ante-litteram, senza neanche tragedie greche. Certo che ci sono esagerazioni dal nostro punto di vista, situazioni che non stanno né in cielo né in terra ma non è questo il punto. D'altronde l'Iliade è il più grande campionario di umanità, sarebbe resistito ai millenni altrimenti? Ovviamente è anche stato un manuale di scrittura per secoli e secoli, e ancora oggi continuiamo a vedere quelle situazioni nelle narrazioni più disparate. C'è da dire che L'Iliade è un racconto scritto dai ricchi, per i ricchi, che narra le gesta dei ricchi. I poveri non hanno voce in capitolo, ne l'Età del Bronzo invece fanno capolino anche i poveri, seppur per una piccolissima parte. 
"Quel che veramente importa (…) è quanto la storia della guerra di Troia sia umanamente accurata". Poteva essere migliore, non solo lato disegni, ma l'operazione fatta da Shanower è un caso isolato, magari in seguito qualcuno si cimenterà in qualcosa di analogo, trarrà spunto da questo lavoro e sarà aiutato da internet in misura maggiore di uno che ha iniziato nel '91. Ricapitolando, l'autore dal '98 ad oggi ha disegnato 3/7 della storia secondo le sue previsioni ed è fermo da un po'. A pensare che la guerra è durata solo 10 anni! Diciamo che vuole raccontare tutto ma francamente non so quanto possa essere interessante da qui in avanti, ora che stai nel bel mezzo della guerra, e stai a meno della metà. Infatti il vol 3B è quello meno interessante. Dubito che lo concluderà, ma è importante? Ovviamente no, a maggior ragione se sappiamo già la storia per sommi capi; ciò che spiace però è il non vedere come ci arriverà, la narrazione, gli intrecci e i collegamenti che potrebbe fare. Ma se da qui in poi si intensificheranno i combattimenti - del resto l'Iliade è così - allora è meglio immaginarselo, il seguito. L'edizione Free Books copre fino al 3A, la Magic Press è in pari. La prima è in formato comic book, la seconda è 2 cm più bassa. La carta del primo è peggiore ma è stampato meglio. Il volume 3B della MP non è per niente adatto e non fa che peggiorare le discrete capacità di Shanower. L'edizione Free Books è un po' spenta e pixellata ma almeno non è impastata. Quindi consiglio i 3 volumi FB e l'ultimo MP.



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