Autore: Brecht Evens
Titolo: Les Rigoles
Editore: (inedito) Actes Sud
Pagine: 340 a colori
Formato: 20 x 25 cm, cartonato
Al calare della notte, tre ventenni arrivano in un famoso ristorante, chi da solo, chi in compagnia. I tre sfrecciano attraverso i locali notturni nel ventre della città, inseguendo il piacere, o almeno alcune distrazioni dal trambusto della monotonia. Ognuno ha una serie di disavventure che rivelano ciò che sono veramente. La narrazione rimbalza da un personaggio ad un altro. La città è il vero protagonista del racconto, in bilico tra il sogno lucido e l'incubo digrignante, si offre come promessa di salvezza o dannazione.
"Beautiful and disturbing" dicono sul retro. Potrebbe essere paragonato ad un film di Gaspar Noè per il ruolo dei colori e dei personaggi comunissimi nel loro voler vivere il piacere della vita notturna. Mi ricorda anche il film tedesco, Victoria, di Schipper tutto girato in un piano sequenza. L'idea alla base risale a Joyce, qui tutto si svolge in una notte, in una città ideale per la vita nottura.Lo sapevo che Evens ce l'avrebbe fatta, ha tirato fuori un capolavoro dopo aver alzato l'asticella ogni volta. Questo è il lavoro più ambizioso, oltre 300 pagine di tripudio grafico e narrativo, pieno di innovazioni senza mai risultare inutilmente barocco. La gestualità del segno che si pone unicamente come narrativo, al di là della bellezza dei colori che hanno lo stesso scopo, può essere allo stesso tempo fluido e ingarbugliato, semplice e complesso. Non è una novità, tutta la narrazione procede senza vignette, talora senza sfondi, talora con sfondi sezionati, talora con splash dall'effetto De Luca, talora tramite un groviglio di persone e cose che richiamano fortemente i quadri di Grosz. Infatti Evens è anche un grande illustratore/pittore. E' anche un abilissimo dialoghista, nessuno dei personaggi ha niente a che fare con me, certo, ma mi ricordano persone che conosco. Frastornante come la musica disco e graziato dall'improvvisazione jazz.
C'è troppo da dire nonostante la storia sia semplice ma penso che la vera grandezza di The City of Belgium sia il saper rappresentare come nessun altro, se non alla maniera di Evens, il caos della vita notturna e la sconfitta dopo la vittoria, il sole dopo la notte. Una lettura non semplice, strabordante di sensazioni, soprattutto per chi non ha mai letto Evens e quindi sarà ostico soprattutto all'inizio, quando non hai ancora avuto il tempo di adattarti, ma poi cammini tra l'inferno e il paradiso, accompagnato da fiumi di sesso, droga e alcol.
Chissà se si spingerà ancora oltre.




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