Autore: Francisco Solano Lopez e Ricardo Barreiro
Titolo: Ministero
Editore: 001 Edizioni
Pagine: 96 in bianco e nero
Formato: 17 x 24 cm, brossurato
Barreiro era un tipo alquanto pazzo e singolare. Leggendo le interviste di alcuni disegnatori che hanno lavorato con lui, lo descrivono come: un'enciclopedia vivente che viveva in uno squallido monolocale in cui c’erano avanzi di cibo ovunque, cavi che uscivano dal pavimento, la tv sempre accesa sui documentari e i mobili pieni di pallottole perché si allenava con la rivoltella. Sapeva tutto di tutto, inondava di informazioni durante i suoi lunghi monologhi i pochi pazzi che andavano a trovarlo, di solito raccontava anche progetti a fumetti definiti geniali ma purtroppo mai realizzati.
Il Ministero è in pratica un grattacielo di 5000 piani ed è tutto ciò che è rimasto della Terra dopo le guerre; la Gerarchia regna sovrana sui poveri impiegati, che non conoscono la verità e sono condizionati psicologicamente. Il lavoro è inteso come una forma di distrazione e controllo, senza lavoro le rivolte fiorirebbero a ritmi spasmodici poiché l’ozio è pericoloso, porta a pensare. Il grattacielo è inteso a livelli, proprio come il Condominio di Ballard pubblicato pochi anni prima, mentre la burocrazia e la concezione del lavoro si rifanno ai concetti di Kafka, ma per la rappresentazione visiva forse è meglio tirare in ballo il film di Welles, difatti si notano prospettive infinite di banchi di lavoro.
La frase che riassume perfettamente il fumetto è quella presentata sul retro “Contabili… centinaia di contabili eternamente pietrificati nel gesto di annotare una cifra infinita…”
Dunque, nella burocrazia trionfa l'impersonalizzazione, trionfa la deresponsabilizzazione, nessuno fa, nessuno pensa, ma si fa, si pensa, si svolge. Nei capolavori di Kafka la burocrazia significa parcellizzazione del potere e crea ciò che vorrebbe eliminare: infelicità e violenza.
La rivoluzione prende atto
subito e il giovane protagonista, che ne sarà il fulcro, scoprirà la
verità sul Ministero e tutti i meccanismi di sostentamento della
Gerarchia. Ancora una volta una splendida parabola tipicamente argentina
sul potere e sulla dittatura, dove l’atroce scoperta che lavoratori
vengono utilizzati come cibo è soltanto una metafora della
situazione di quegli anni. Non è solo una critica rivolta agli argentini
però, infatti le guardie sono le SS, Hitler viene anche osannato, c’è
lo scienziato pazzo e il concetto di superuomo per finire.
Se
Barreiro è uno dei miei sceneggiatori argentini preferiti, Lopez è forse quello
che apprezzo meno tra i grandi disegnatori di quel paese ma questo va più in
lode agli altri che contro lui. Se il suo lavoro ne l’Eternauta ai
tempi era ottimo, di certo già un 10 anni dopo sarebbe risultato
obsoleto però Ministero è dell’83 e si dà il caso che Lopez si sia
aggiornato tantissimo dopo il trasferimento in Europa alla fine degli anni '70. La prima cosa che salta all’occhio è la
maggiore precisione del disegno che lascia molto più spazio bianco pur
essendo più dettagliato, questo è dovuto all’uso del rapidograph che
permette di tracciare precise linee sottilissime. Tuttavia che la maggior parte delle pagine di questo volume non siano state stampate a partire dalle tavole originali perché la differenza tra alcune in cui le linee sono sottili e in altre in cui sono marcate si vede e i neri sono più impastati. Lopez però ha anche uno stile gravoso, intenso e grottesco e ci si passa su.
In definitiva, la frenesia degli eventi rendono l'opera scorrevole da leggere nonostante la mole di dialoghi e la narrazione tramite didascalie, forse grazie all'ironia di fondo, che sta bene in un contesto in cui gli eventi sono frenetici, e poi c’è il narratore affabulatore, che nell’atto didascalico si rivolge direttamente al lettore. Quello del narratore è un buon escamotage, suona come un monito, e poi la scelta e la condizione del narratore è decisamente geniale. Certo, poi giri la pagina e il finale - senza rivelare niente - è ancora più geniale, è l'ennesimo tributo indiretto al finale dell’Eternauta, dove la distopia si fa realtà.
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