Pensieri Sparsi - Mostri di Barry Windsor Smith

Autore: Barry Windsor-Smith
Titolo: Mostri
Editore: Oscar Ink
Pagine: 368 in bianco e nero
Formato: 19 x 26 cm, cartonato

Il primo pensiero è: ma questo misto di eugenetica nazista/americana, poteri esp e il dramma familiare si mantiene in piedi? Il tutto è amalgamato bene? Si avverte una disomogeneità dovuta forse alla lunga gestazione (al giorno d'oggi potrebbe anche essere etichettato come anacronistico) e al fatto che non si capisce veramente quanto sia tradizionale e quanto di rottura. O, forse, semplicemente si avverte la volontà di Smith di vendicarsi dei supereroi e di chi l'ha fregato (l'idea di Hulk intendo).

Ciò che so in questo momento è che la parte centrale si regge benissimo da sé ed è la mia preferita. No, sul serio, Janet è un personaggio che ti fa innamorare.
Tuttavia anche qui non è tutto oro, trovo che Tom, il marito, stoni parecchio con il realismo con cui Smith riesce a descrivere il rapporto tra Janet e suo figlio Bobby o tra Janet e Jack, ma appena c'è di mezzo Tom lo trovo sempre innaturale. Insomma, se Janet è un personaggio vividissimo e umanamente complesso, Tom è grossomodo uno stereotipo. Sono quasi giunto alla conclusione che se Janet è così meravigliosa è perché, di riflesso, Tom è così "anonimo", stavo quasi pensando che il contrasto fosse la forza di questa parte ma non ne sono così convinto. Durante la lettura non puoi fare a meno di pensare che questo tizio, qualsiasi merda avrà visto nei laboratori nazisti, non può tornare a casa e comportarsi come il solito cazzone musone che se la prende con moglie e figlio. Comunque, pensi anche che lo capirai quando poi Smith mostrerà la merda, ma non è stato così, anzi, ho trovato ancora più assurda la sua follia improvvisa. Difatti penso di non aver capito quella scena. Janet non è l'unico personaggio ben tratteggiato, anche Bobby, Jack e la famiglia ESP fanno la loro parte.

 
Mi è piaciuto il tono rilassato, almeno non cade nella boiata facile e spettacolare tipica del mainstream che tramuta l'orrore in divertissement e retorica da 4 soldi. Tuttavia, anche in questa parte, ho trovato il dottor Friederich abbastanza stereotipato ed esagerato. Anzi, in linea di massima, tutta la sezione nazista, che occuperà 1/10 del totale, mi ha lasciato dei grossi dubbi. Anche la parte finale non è che l'abbia trovata chissà quanto azzeccata ma, a parte questo, il vero dubbio è: ma che diamine c'entrano i poteri esp? Solo per rendere "credibili" le coincidenze in modo da creare una connessione tra i due periodi?
Altro dubbio? Il lettering. Parlo della disposizione dei balloon, non del font. Non vorrei sbagliarmi ma non credo di aver letto un altro fumetto che usi il lettering in questo modo, voglio dire che non è per niente tradizionale. Ci sono anche sequenze che si leggono in modo tradizionale ma qui sono l'eccezione!
In pratica Smith fa seguire un flusso tutto suo, che non è per forza quello da sinistra a destra. Gioca con la closure, mette in relazione le vignette consecutive rimbalzando dall'una all'altra. Sulla carta sarebbe una cosa sequenziale che spinge la progressione e rafforza l'immedesimazione, ma funziona sempre? Tralasciando il fatto che ci ho messo un po' per adattarmi, se a volte funzionava altre volte mi distraeva. Faccio un esempio che non credo sia una questione soggettiva (perché altrimenti vorrei capire lo scopo): muoversi dal basso verso l'alto nell'ultima vignetta di una striscia, quando invece dovrebbe a quel punto andare dall'alto verso il basso (fa anche questo ed è quando per me funziona) in modo da facilitare il passaggio alla striscia sottostante. Attualmente non so se il lettering sia un plus o un minus.
 
 

Riassumendo i dubbi/difetti: la complicazione strutturale, doppio piano temporale, e narrativa, poteri esp e nazi, innalza la storia di Bobby, un bambino traumatizzato, e fornisce quel senso di appagata interconnessione?
Smith però disegna in maniera eccellente ed è anche un ottimo narratore, la storia è molto densa ma fila via agilmente per via di una composizione sempre interessante, un disegno gestuale e dialoghi fluidi (anche se ogni tanto si va nella piattezza). Si avverte una tensione claustrofobica dovuta dal tratteggio, dai neri e dalle inquadrature spesso ravvicinate (giocando anche sull'artificio dell'assenza dello spazio bianco), però è una storia che non ti molla e che ti appassiona nonostante le perplessità. E' una storia triste, drammatica, non priva di umana gentilezza, talvolta brutale e morale portata avanti con il giusto ritmo ma i dubbi o i difetti di sopra non gli permettono di ambire al capolavoro che quasi tutti osannano.
Ad onor del vero non ho letto ancora nessuna recensione perché si sa che in casi come questi nel 99% dei casi non dicono niente di che, ma i numeri sono dalla sua parte. Ho l'impressione che si tratti di un fumetto difficile da valutare oggettivamente e mi stupisce vedere che non è affatto così, ma sicuramente rimarrà impresso nella memoria.


Nelle ultime 15 pagine mi è sembrato di vedere un disegnatore afflitto da una malattia perché il decadimento improvviso è palese, ma vabbè.
 
A finale del finale che finisce, non è tanto una questione di "i mostri siamo noi" quanto piuttosto "ci vuole un mostro (la società, quindi noi) per farne un altro"?

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